Mi ha sempre affascinato lo schizzo a mano libera, sia esso architettonico, artistico, bozzetto o come semplice annotazione. La matita è forse l’unico strumento di progettazione che permette non solo di disegnare ma, per prima cosa, di comprendere. E mio padre in questo è stato un grande esempio: nei suoi libri di particolari architettonici mi ha lasciato la maestria di opere uniche che trasmettono una personalità artistica inconfondibile.

Penso che lo schizzo sia la tecnica migliore per rappresentare una prima idea, la prima ipotesi che prefigura un progetto, come per un viaggiatore è un modo per poter annotare rapidamente ciò che vede. Progettare è un esercizio complesso che richiede preparazione, analisi, creatività, e, almeno all'inizio, un solo strumento… e non è il computer. Negli ultimi anni la tendenza a realizzare schizzi digitali al computer, con programmi di render per ottenere particolari vedute prospettiche con risultati incredibili, ha reso la grafica più tecnica, ma sicuramente meno personale, più fredda. E bisogna ammettere che la sensazione che regala uno schizzo fatto a mano, magari fatto di getto in un pezzo di carta casuale, è di tutt'altra natura. E’ lì che traspare la sensibilità dell’autore, l’idea e l’ispirazione iniziali che portano alle scelte progettuali e artistiche.